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Sulle vite (meccaniche) e gli inconvenienti di incomprensione di chi ne vive a margine approfondimenti


Partiamo dall’assioma che le menti ingegneristiche sono dappertutto, e così anche coloro che conducono vite meccaniche. Per tale, crediamo, larga fetta di popolazioni termini come raccordi in acciaio, manicotti filettati, stampaggi vari hanno un preciso corrispettivo concreto. Ovvero questi costoro comprendono il concetto e sanno applicarne l’oggetto. Io scrivo per gli altri. Per quelli che leggono di cose meccaniche e in fondo sanno che fare finta di capire non servirà. Per il semplice fatto che persino fare finta di capire risulta loro impossibile.

Ogni cosa in ingegneria ha una definizione. Il problema non sta lì. C’è una definizione per ogni cosa, così ci rassicura il dizionario. E c’è chi aggiunge anche che c’è un posto per ogni cosa. Si tratta, in entrambi i casi, di discorsi pieni di fiducia, da una parte nell’intelligenza umana di comprendere (le definizioni) e dall’altra dell’intelligenza umana di mettere le cose comprese in luoghi utili. Ovvero di applicare.

Per esempio, la definizione di manicotto recita in maniera apparente cristallina: organo di conformazione cilindrica e internamente cavo, spesso di tipo scorrevole e scanalato all'interno, si impiega largamente nelle trasmissioni dei veicoli come parte di giunti o come elemento scorrevole per ottenere l'innesto delle varie marce, per il bloccaggio dei differenziali ecc. Chiarissimo, insomma, per coloro che conducono vite meccaniche, ma per noi che ci arrabattiamo alla meno peggio in un mondo troppo ingegneristico per le nostre attitudini i problemi iniziano a emergere in materia di … applicazione. Per esempio, capito abbiamo capito cosa sono i manicotti, ma … a cosa servono???

Per continuare con l’esempio i manicotti fungono da raccordi per tubi, si può trattare di manicotti acciaio o di manicotti filettati. Inoltre, deformando il pezzo dal pieno, le lavorazioni successive possono seguire le più svariate esigenze richieste da coloro che vogliono acquistare i manicotti. Di certo, non si tratta di gente come noi che ancora sta capendo a cosa servono. Così avviene sia per i manicotti che per la produzione raccordi in generale. I manicotti e i raccordi in acciaio o in altri materiali vengono prodotto grazie alla tecnica di stampaggio a freddo .E di nuovo dobbiamo dare una definizione per porre dei paletti al nostro discorso, o meglio per mettere dei raccordi tra un discorso e l’altro. Soffermiamoci quindi sullo stampaggio a freddo. Di cosa si tratta?



Per ora possiamo affermare che lo stampaggio a freddo differisce da quello a caldo. Sembra ovvio, e in questo caso non c’è trabocchetto: lo è. Quindi: perché spesso viene scelto lo stampaggio a freddo se c’è anche la possibilità di optare per quello a caldo? Innanzitutto, coloro che conducono vite meccaniche ben sanno che lo stampaggio a freddo è più veloce rispetto al fratello più caldo. In secondo luogo, la sagoma risulta definita dopo la prima lavorazione: ciò significa che lo stampaggio a freddo è più preciso. Le superfici ottengono una finitura di più alta qualità e inoltre si risparmia sulla materia prima. Il prodotto a livello meccanico, insomma, ha un rapporto migliore tra il proprio peso, la resistenza e il mantenimento della propria struttura.

Insomma, lo stampaggio a freddo è un’ottima scelta per la produzione di raccordi oleodinamica o di altre tipologie, ma anche lo stampaggio a caldo ha i suoi punti forti. Parliamo dello sfrido, per esempio, ovvero di quel complesso di residui e cascami che risultano dalla lavorazione di un prodotto. Non tutti i residui infatti sono da buttare, lo sanno bene gli animali necrofagi, come gli sciacalli e gli avvoltoi. Ma lo sanno anche coloro che conducono vite meccaniche e si occupano di stampaggio. Infatti,i se nello stampaggio a freddo avviene l’eliminazione dello sfrido, che invece è presento nello stampaggio a caldo, dobbiamo ricordare che lo sfrido prodotto in fase di fabbricazione ha un elevato valore di recupero. Non sputiamo sui rifiuti quindi, domani potremmo trovarceli a pranzo, o meglio sulla vite che tiene insieme le gambe del nostro tavolo.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl 

Comunicato di Avatar di LiaLia | Pubblicato Mercoledì, 18-Mag-2011 | Categoria: Arte-Cultura
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