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Progetto UE offre un sostegno alle donne immigrate approfondimenti

«Eravamo ben consapevoli del fatto che, poiché le popolazioni europee stanno invecchiando, cresce la domanda sul versante dei servizi domestici e sapevamo anche che molte donne immigrate non sono economicamente attive», ha dichiarato la coordinatrice del progetto, Charlotte Höhn del Bundesinstitut für Bevölkerungsforschung, l`istituto federale per la ricerca demografica, spiegando il motivo alla base del progetto. Un`altra considerazione ha riguardato il fatto che molte immigrate non hanno idea di quale futuro le attenda con l`avanzare dell`età.

I partner del progetto hanno intervistato immigrate di paesi terzi in merito alle loro esperienze, agli interessi, al coinvolgimento nel mondo del lavoro retribuito e alle considerazioni riguardo al domani. I ricercatori hanno anche analizzato indagini condotte sull`atteggiamento della popolazione locale nei confronti degli immigrati e hanno tenuto discussioni tematiche con delle ONG.

Charlotte Höhn sostiene che le esperienze degli immigranti sono molto diverse, a seconda che si tratti di uomini o di donne, a cominciare dal processo di migrazione stesso. «La maggior parte delle donne non arriva qui per libera scelta», ha raccontato al Notiziario CORDIS. «In genere sono figlie o mogli di un immigrante». Le donne che decidono di propria volontà di lasciare il proprio paese hanno più probabilità di integrarsi e di entrare nel mondo del lavoro rispetto alle donne che arrivano al seguito del marito.

La maggioranza delle donne migranti non parla la lingua del luogo, il che complica l`integrazione con la popolazione locale. Inoltre, è possibile che esse trascorrano la maggior parte del tempo all`interno della comunità etnica di appartenenza. Le donne dotate di qualifiche intervistate nell`ambito del progetto hanno riferito che di rado il paese ospite riconosce le loro capacità e le competenze acquisite, relegandole a lavori meno qualificati. È anche meno probabile che le donne dispongano di indennità per la vecchiaia.

Pertanto, come possono gli Stati dell`UE garantire che le donne che arrivano da un qualsiasi altro paese siano in grado di svolgere appieno un ruolo nel loro paese di adozione? Nell`elenco di Charlotte Höhn è assolutamente prioritario aiutare le immigranti a migliorare le conoscenze linguistiche. In aggiunta a questo, propone di sensibilizzarle riguardo all`emancipazione e di rafforzarne l`autostima al fine di infondere loro il coraggio di partecipare ad attività al di fuori della loro comunità etnica.

Il contributo che possono apportare le popolazioni locali può consistere nel trasmettere agli immigranti una sensazione generale di accoglienza e non di rifiuto. «Talvolta si verifica una sorta di equivoco, così gli immigranti si sentono più rifiutati di quanto non lo siano in realtà», spiega la professoressa Höhn.

Per quanto riguarda il futuro, la studiosa afferma che è necessario rafforzare la ricerca riguardo agli ostacoli che si frappongono all`integrazione e che devono affrontare nell`UE le immigrate. «Sono una parte trascurata della popolazione», ha commentato.

FEMAGE è un progetto finanziato a titolo dell`attività «Ricerche a sostegno delle politiche» del Sesto programma quadro (6°PQ).

Fonte: Intervista del Notiziario CORDIS alla coordinatrice di FEMAGE


Quadro di finanziamento  6FP-POLICIES - Ricerca orientata alle politiche dell`azione `Sostegno politico e anticipazione delle esigenze scientifiche e tecnologiche` nell`ambito del programma `Integrare e rafforzare lo Spazio europeo della ricerca` del VI Programma Quadro di RST

www.ideaetica.it

Comunicato di Avatar di MassyMassy | Pubblicato Giovedì, 26-Giu-2008 | Categoria: Arte-Cultura
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