Andrei Ciurdarescu, Io nel giardino, solo show nella nuova Project Room di Boccanera a Trento
Boccanera Gallery è lieta di inaugurare la project room nei nuovi spazi di Trento con la personale di Andrei Ciurdarescu Io nel giardino. La mostra, curata da Daniele Capra, analizza con un’intensa pittura figurativa le interazioni costruttive/distruttive tra elementi antropici e natura che avvengono nel giardino, metafora del conflitto tra opposte tendenze sociali, economiche e politiche. La mostra affianca la personale di Linda Carrara Il pretesto di Lotto che occupa lo spazio espositivo principale.
Il progetto Io nel giardino prende in esame lo spazio circoscritto in cui botanica, estetica e spontaneità naturale confliggono e continuamente si adattano l’uno all’altro. Le determinazioni del contesto, i confini imposti dall’ambiente, le variabili climatiche e meteorologiche, ma anche il gusto e la cultura visiva di chi coltiva e si prende cura del giardino sono per Ciurdarescu le cause scatenanti di un confronto serrato tra differenti brutalità: quella volontaria e impositiva scatenata dall’uomo con quella casuale e necessaria determinata invece dalla natura stessa.
Con una pittura carnale e materica, l’artista mostra infatti i segni dello scontro e le ingiurie che lo scorrere del tempo assegna implacabile ad entrambe le fazioni. L’erba cresce e le agavi proliferano lussureggianti con le loro foglie puntute, lambendo i vialetti di pietre, le sculture antiche sgretolare e le siepi di bosso, modellate con mano ferma da amanti dell’ars topiaria. Tra i fichi d’India dipinti dall’artista spuntano però le teste di divinità, filosofi e busti di imperatori romani, ancora più sensuali nel lascivo abbandono causato dal tempo, icone fintamente immarcescibili di un mondo, quello antico e umanissimo, che lotta per non morire del tutto, per non essere deglutito dalla storia.
Quella di Ciurdarescu è così una pittura di tema filosofico – che mostra le inquietudini dell’esistenza e le aspirazioni a sopravvivere a noi stessi – e insieme un monito a non avere fiducia della nostra realtà e a non sovrastimare la forza delle nostre braccia, poiché il destino finale è immancabilmente scritto. L’unica speranza sembra quindi la bellezza, simboleggiata da una sensuale Venere, che pur non salvando il mondo, è il rimedio palliativo che ci permette di alzare la testa e guardare avanti.
Andrei Ciurdarescu (Orastie, Romania, 1984) indaga i modelli fondanti della realtà ed è mirata al superamento delle funzionalità rappresentative della pittura. Vive e lavora a Cluj-Napoca, Romania.
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