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"GLOCAL EXCELLENCE AWARD": dopo Francesco Aletti Montano, premiato lo scorso anno, ecco Giovanni Avagnina nell'edizione 2013

Due storie esemplari a confronto: Francesco Aletti Montano, vincitore del primo "GLOCAL EXCELLENCE AWARD" e Giovanni Avagnina, vincitore della II Edizione; il Premio è stato consegnato quest'anno alla Fiera di Ferrara durante il MISEN. La sintesi tra Globale e Locale è la ricetta per la ripartenza

Breve storia del Glocal Excellence Award: nato l’8 agosto 2011 su iniziativa di Adriano Facchini, ex direttore generale di tre Consorzi Agrari – Parma, Brescia e Ferrara - e esperto di marketing territoriale e di Paolo Bruni, Presidente COGECA (l’Associazione europea che associa 40.000 cooperative in 27 Paesi), in collaborazione con Fabrizio Bellavista, esperto di New Media e partner dell'Istituto di Ricerca Emotional Marketing, ha l’obiettivo di premiare le eccellenze che coniugano la visione globale con la valorizzazione del locale.

Attraverso i premiati il senso del GLOCAL THINKING

Francesco Aletti Montano, vincitore della prima edizione del Glocal Excellence Award, discende da una famiglia di banchieri (dal 1826) ed è stato tra l'altro fondatore e amministratore delegato della Banca Aletti & C. e successivamente Vice Presidente di UBS Italia SpA e consigliere della Fondazione R. F. Kennedy Europe per i diritti umani. Con questi trascorsi, in linea con una visione globale dell'economia mondiale, attorno al 2010 imprime una svolta importante alla propria professione e promuove investimenti che hanno l'obiettivo di aggregare energie per lo sviluppo di progetti ed iniziative socialmente utili e finanziariamente sostenibili. Due tra i molteplici progetti: Rossi d'Angera, con l'obiettivo di rilanciare la storica distilleria che dal 1847 produce grappe e liquori d'eccellenza e la rivalutazione del Borgo di Mustonate, un antico borgo rurale, affacciato sul lago di Varese, dedicato all'ospitalità residenziale e turistica, all'allevamento e allenamento dei cavalli e alla degustazione di prodotti locali.

Giovanni Avagnina, invece, ha collaborato a fare di Cherasco (provincia di Cuneo) la capitale indiscussa dell'elicicoltura, che, dai primi anni '70, ospita la sede nazionale dell'Associazione Nazionale Elicicoltori per la ricerca, la divulgazione e la promozione del settore produttivo della lumaca, diventando anche un importante centro di cultura e divulgazione gastronomica. In questo caso la visione e la tenacia di Giovanni Avagnina hanno portato, in un percorso inverso rispetto a quello di Francesco Aletti Montano, prima al riconoscimento e poi alla valorizzazione di un aspetto locale che, sia commercialmente che culturalmente, è diventato di respiro globale, riuscendo ad essere presente in tutti gli aspetti della filiera, sino allo stadio finale di promozione stessa.

Adriano Facchini ha ribadito l’odierna importanza del concetto di glocalismo, che significa “capacità di dare valore ad un territorio attraverso il coinvolgimento di chi ci abita. I temi su cui sviluppare il coinvolgimento sono: la gastronomia, la storia e le tradizioni, l’ambiente, la socialità e la solidarietà, portando però una visione globale sui grandi temi come l’ambiente, l’acqua, il clima, l’energia ecc… Glocal può essere un’azienda o una persona che, pur operando sulla maglia globale, riesce ad apprezzare ed utilizzare le peculiarità locali. In fondo sono due termini in scala strettamente legati fra loro come lo sono la cellula e il tessuto. La natura, per dare un futuro all’ambiente, ha creato la biodiversità; l’Europa ed il mondo sono in definitiva un insieme di localismi e di diversità formate nei millenni che sarebbe assurdo omologare creando in modello unico che deve andare bene per tutti”. Fabrizio Bellavista conclude: "coniugare l'innovazione con i valori e la valorizzazione del territorio è la ricetta che noi tutti desideriamo. Una recente ricerca sui cluster emozionali in Italia ha sottolineato come siamo attratti dalla riscoperta di valori che provengono dalla valorizzazione delle migliori esperienze del passato, a patto che siano coniugate con i moderni mezzi tecnologici: in sintesi, il mood è definibile come Retro-Tech. La sintesi tra Globale e Locale è la ricetta per la ripartenza".

A conferma di questa visione, nel convegno introduttivo, due sono stati gli interventi che hanno lasciato un segno profondo. 'Testa e tasca' è stato il claim di Vincenzo Tassinari, presidente Coop Italia, azienda sempre attentissima al rapporto con le persone e il territorio, che sottolineava ancor meglio la dualità della ricetta di ripartenza mentre Ivan Stomeo, presidente de "I Borghi Autentici d’Italia", portava la case history della 'Notte della Taranta' analizzata per tre anni dall'Università Bocconi di Milano che andava a certificare il valore di questa manifestazione, esportata anche nel mondo: nel triennio 2007-2010 il ritorno è stato pari a tre volte l'investimento.

Comunicato di Avatar di redofficeredoffice | Pubblicato Martedì, 23-Apr-2013 | Categoria: Eventi
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