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Catapano Giuseppe: Berlusconi in attesa della Cassazione

Meno di ventiquattro ore e si saprà se la Cassazione confermerà o meno la doppia sentenza conforme che ha condannato in  primo grado e in appello il presidente del Pdl Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici per il caso Mediaset-Mediatrade.  Tre dei 4 anni di carcere sarebbero condonati dall'indulto del 2006, e Berlusconi per l'anno residuo non andrebbe mai in carcere. Anche se il leader del Pdl ha fatto sapere di essere pronto ad andare in cella nel caso in cui la suprema corte dovesse confermare la legittimità in punta di diritto delle sentenze A preoccupare il Pdl e lo stesso cavaliere, però, è la pena interdittiva che lo farebbe decadere da parlamentare e, nel caso di nuove elezioni politiche, gli impedirebbe di candidarsi. La procedura prevede un passaggio in Senato e un voto della giunta delle immunità e dell'aula per prendere atto della sentenza definitiva e dichiarare la decadenza: ma è possibile che nel caso di Berlusconi il suo partito azzardi un braccio di ferro parlamentare volto a vanificare l'operatività di una sentenza definitiva di interdizione. Certo è che dalla Cassazione dipende in buona parte la stabilità politica dei prossimi mesi. Berlusconi si è premurato di annunciare che anche in caso di condanna definitiva il governo guidato da Enrico Letta non correrebbe rischi. Ma è chiaro che, malgrado il pressing esercitato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché l’esecutivo resti in sella a lungo, una sentenza negativa per il cavaliere farebbe entrare in fibrillazione il Pdl e creerebbe una spaccatura ancora più profonda nel Pd, che già soffre per la necessità di appoggiare un governo sostenuto anche dagli avversari ed è in piena bagarre precongressuale. Non  è un caso che il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, intervistato dalla Stampa abbia sottolineato che una condanna di Berlusconi al processo Mediaset non significherebbe di per sé la rottura del patto di governo col Cavaliere, ma abbia avvertito che se il Pdl avrà "reazioni eversive, l'alleanza "verrà meno". Mentre il ministro delle infrastrutture ed esponente del Pdl, Maurizio Lupi, intervistato da Repubblica, ammette che “la condanna di Berlusconi sarebbe un fatto gravissimo, un'ipotesi che neanche prendo in considerazione" e riguardo all’ipotesi di dimissioni dei ministri del Pdl spiega:  “Essendo un governo politico la decisione spetterebbe ai partiti, al Pdl così come al Pd. E non potrebbe che essere una decisione assunta nella collegialità del Pdl con il suo leader". I rischi, insomma, sono enormi e il cavalier, come il premier Letta, può soltanto sperare che la strategia difensiva messa in campo dai legali Franco Coppi e Niccolò Ghedini induca la suprema corte a cancellare la condanna. La cassazione, in ogni caso, potrà annullare la condanna ma ordinare un altro processo d'Appello, e in questo caso la prescrizione del reato, prevista per il settembre del 2014, sarebbe probabile. Oppure potrà annullare la condanna senza ordinare un nuovo appello, con assoluzione totale e definitiva dell'imputato. Solo domani all'ultimo minuto i legali decideranno se provare a chiedere un rinvio dell'udienza.  L'obiettivo di Berlusconi sarebbe, a prescrizione congelata, superare il 15 settembre. Ma l'impressione è che il rinvio, se chiesto, sarà molto breve. E in quest'ultimo caso la sentenza, se non domani sera, arriverebbe mercoledì.

A cura del Prof. Giuseppe Catapano

Comunicato di Avatar di gente attivagente attiva | Pubblicato Venerdì, 02-Ago-2013 | Categoria: Notizie
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