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Il treno dello storage punta diritto verso openstack!

Tutti a bordo!

 

Negli ultimi tempi è raro leggere una rivista IT senza incappare in riferimenti al cloud computing e conseguentemente anche a OpenStack. E’ recentissimo l’OpenStack Summit di Tokyo, in cui migliaia di sviluppatori, architetti, amministratori di sistema e professionisti sono stati ancora una volta convocati per discutere e condividere le novità legate a una delle tecnologie open source a più rapida crescita e popolari dalla nascita di Linux. E’ andata in scena la vera forza della comunità open source. Se è innegabile l’impatto che OpenStack ha su IaaS e sulle infrastrutture di cloud computing, anche quello dello storage software-defined sullo stesso OpenStack è sempre più significativo.

Toshinori baba (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

Foto offerta da Chris Jongkind, tokyoform.com

Foto offerat da japan-guide.com

Immaginate OpenStack come un treno giapponese ad alta velocità che corre lungo una ferrovia appena costruita, come succede agli investimenti nel cloud computing, previsti in ulteriore crescita ad un CAGR (Compound Annual Growth Rate) del 30% - dal 2013 al 2018 - rispetto al 5% dell’IT enterprise nel suo complesso (come riportato in “Cloud State of the Union 2015, che cita “Cavalcare l’onda del cloud computing; RHT, down to sell”, Goldman Sachs, 13 gennaio 2015). Inoltre, si prevede che entro il 2016, circa l’80% delle aziende di tutto il mondo utilizzerà IaaS. (“Il ruolo del Cloud nella modernizzazione IT, la sfida DevOps”, Ovum, 18 novembre 2014). L’unico problema è quello di riuscire a prendere il treno OpenStack con la dovuta attenzione, ed è proprio qui che lo storage software-defined entra in scena.

 

LA SCELTA DELLO STORAGE PIÙ ADATTO È FONDAMENTALE PER OPENSTACK

Affrontiamo il problema. Le aziende sanno che se non migrano al cloud rischiano di perdere terreno. Ma se lo implementano in modo errato, potrebbero mettere a repentaglio dati fondamentali per il loro stesso business. Stanno per perdere il treno (del cloud) che potrebbe addirittura deragliare. Necessitano quindi di un biglietto, e lo storage software-defined rappresenta proprio il loro “ticket to ride”!  Infatti, dato che OpenStack è indissolubilmente legato allo storage - come Fred Astaire e Ginger Rogers, o un’applicazione web e il suo database – uno storage inadeguato potrebbe portare a infrastrutture cloud con capacità e utilità decisamente limitate. Le tradizionali architetture NAS e SAN si rivelano spesso troppo rigide sia pensando alla loro area di azione, che alla loro progettazione. Le appliance storage possono essere ad alte prestazioni, ma sono generalmente proprietarie, monolitiche, hardware-based e ricche di elementi complessi, non particolarmente adatte alla scalabilità di petabyte, e questo porta alla creazione di silos di dati isolati che non sono in grado di adattarsi ai carichi di lavoro OpenStack di nuova generazione. È per questo che gli utenti OpenStack più accorti stanno prendendo in seria considerazione lo storage software-defined. È il loro biglietto per salire sul treno prima che se ne vada via senza di loro.

CEPH È LA SCELTA DI RIFERIMENTO

Lo storage più utilizzato dagli operatori e sviluppatori di applicazioni OpenStack è senza dubbio Ceph. (OpenStack User Survey, maggio 2015.). Red Hat Ceph Storage e Red Hat Gluster Storage sono gli elementi che compongono il portfolio Red Hat Storage, un insieme di soluzioni software-defined offerte e realizzate da Red Hat in collaborazione con la comunità open source. Perchè Ceph? Perché offre funzionalità unificate di infrastruttura atte a gestire storage a blocchi, a oggetti e a file sotto lo stesso “ombrello”; perché è strettamente integrato con l’architettura modulare di OpenStack e i suoi componenti chiave sia per lo storage di breve durata che per quello persistente, tra cui Nova (elaborazione), Cinder (blocchi), Glance (immagini), Swift (oggetti) e - attraverso GlusterFS - Manila (file); perché è altamente scalabile per poter gestire petabyte di dati; perché è configurabile in modo flessibile per rispondere al meglio a esigenze di storage quali applicazioni e modifiche di implementazione -- esattamente il tipo di comportamento dinamico che ci si aspetta con OpenStack.

LA STORIA È IMPORTANTE

Vi è però qualcos’altro da tenere in considerazione. Più di un decennio fa, i fondatori della tecnologia Ceph furono incaricati di progettare un sistema storage software-defined ottimale e ampiamente scalabile per infrastrutture cloud, utilizzando un’architettura scale-out flessibile. OpenStack è stato rilasciato nel 2010 con lo stesso concetto generale di fornire una tecnologia di base per le IaaS. L’architettura di Ceph (incluso il dispositivo di storage a blocchi) precede quindi OpenStack e ha rappresentato in realtà l’ispirazione per il suo livello di astrazione storage Cinder block. Questo la dice lunga su logica e idoneità che stanno alla base delle due tecnologie, comprese le soluzioni di livello enterprise come Red Hat Ceph Storage combinata con Red Hat Enterprise Linux OpenStack Platform o le infrastrutture cloud di Red Hat.

Comunicato di Avatar di AxicomAxicom | Pubblicato Giovedì, 29-Ott-2015 | Categoria: Tecnologia
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