Come cambiare il gestore del gas
È una regola valida per chiunque in Europa, e ormai anche in Italia: ogni utente è libero di scegliere il fornitore di gas che preferisce, in base a offerte, condizioni, convenienze. Ed è altrettanto libero di procedere a un cambio di gestore del gas nel momento in cui trova, a suo parere, di meglio.
Il tutto, al di là di eventuali e specifici pagamenti di bolli o cauzioni, in maniera assolutamente gratuita. In questo consiste il mercato libero; se non lo si segue, è l’Autorità competente a fissare le tariffe. Quest’ultima stabilisce pure i prezzi che applica chi distribuisce il gas attraverso le tubature cittadine, servizio per il quale invece non sono previste opzioni né concorrenza, ma non ha voce in capitolo sui commercianti di bombole o di contenitori condominiali.
Quando si trova del gas a tariffe migliori, è sufficiente recedere dal contratto in corso e stipularne uno nuovo. La ditta che si occupa di quest’ultimo si fa carico anche della comunicazione al vecchio venditore, e a tempo debito gli inoltrerà la lettura dell’ultima bolletta.
Per il passaggio da un’azienda all’altra sono necessari al massimo sessanta giorni, a volte perfino la metà: in ogni caso, il recesso deve essere ufficializzato dal venditore precedente entro il primo giorno del mese successivo all’avviso.
Giusto il tempo di soddisfare ogni esigenza tecnica e burocratica del caso. Alla firma del contratto è il fornitore entrante a dare una data esatta di avvio del servizio, e sarà sua diretta responsabilità fare arrivare il gas a destinazione e adattare i contatori.
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