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Barriere architettoniche: un ostacolo alla vita, un ostacolo alla civiltà approfondimenti

Di chi è il mondo? A sentirla, può parere una domanda perfino sciocca, e se non altro, quantomeno molto provocatoria: ci viene insegnato, e tutti siamo convinti, che il mondo sia di tutti, e che questo sia uno dei punti forti della nostra civiltà.  Quindi abbiamo ben saldo il concetto di come le strade, gli edifici pubblici, le strutture che erogano servizi utili e necessari siano, appunto, di tutti quanti, proprio perché tutti ne devono poter usufruire con semplicità; e riteniamo – a ragione –  che la misura in cui rendiamo tali realtà partecipate da tutti sia un buon indicatore del nostro livello di civiltà. Ma la risposta non è ovvia come ci piacerebbe che fosse: per rendercene conto basta mezz'oretta di sincera osservazione, condotta con occhi aperti e obiettività, del reale stato delle cose. E questa osservazione ci renderà probabilmente un po' meno tranquilli e convinti, ma sicuramente un po' più consapevoli: perchè ci farà scoprire che, al di là dei proclami che anche sinceramente siamo portati a fare, il mondo così com'è appartiene spesso a chi è giovane, a chi è sano, a chi non ha alcun tipo di problema fisico o handicap; ma per il numero vastissimo di persone che non ha questa fortuna, per chi è anziano, per chi è malato, per chi è disabile, insomma per chi non ha pienezza delle forze e della salute, il percorso del mondo è pieno di ostacoli, di barriere, non solo metaforiche ma anche reali, concrete. E da questo nasce l'esigenza di ragionare seriamente sull'abbattimento barriere architettoniche.Partiamo, come è buona norma fare di fronte ad un problema complesso, dal comprenderlo: per abbattere le barriere architettoniche dobbiamo sapere cosa siano in effetti. Esiste, per fortuna, una definizione molto chiara e comprensibile di questo termine, che ci insegna che "una barriera architettonica è qualsiasi elemento costruttivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi”. Purtroppo, tuttavia, la definizione non fa molto per darci la prospettiva necessaria per trovare tali ostacoli, se ragioniamo  come persone che camminano speditamente, hanno buona vista, e sono sane e in forze. Se invece immaginiamo di muoverci nel mondo senza poter vedere, o seduti su una sedia a rotelle, le cose cambiano immediatamente, e scopriamo tante cose - una semplicissima scala di tre gradini, una rampa ripida, un bancone troppo alto - che diventano barriere insormontabili.Ma domandiamoci per un istante il perchè di tutto questo. In realtà, la ragione della complessità del problema non è difficile da identificare, e risiede nel fatto che non sono gli oggetti, di per sè, ad essere "sbagliati" o problematici; a renderli tale è la natura dell'handicap di chi può trovarseli davanti lungo il percorso. Se siamo su una sedia a rotelle, superare anche solo quei tre gradini è un'impresa titanica, o impossibile; se siamo ipovedenti o addirittura ciechi, attraversare la strada in corrispondenza di un semaforo senza indicatore acustico è un reale rischio di vita. Per tale motivo, non ci son liste di oggetti "sbagliati" o soluzioni semplici da applicare; ad essere necessaria è un profonda e continua riflessione su cosa sia o possa essere "ostacolo" per il legittimo fruitore di un servizio o visitatore di un edificio, per rimuovere tali barriere dove già ci siano ed evitare di costruirne di nuove.

Comunicato di Avatar di MarcoDegliMarcoDegli | Pubblicato Giovedì, 14-Giu-2012 | Categoria: Arte-Cultura
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