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Tra le righe di Barga con scoperta

Una scoperta d’importanza mondiale per il mondo dell’arte sarà svelata nell’ambito del festival del libro “Tra le righe di Barga”, che si terrà nella cittadina toscana dal 19 al 22 luglio. Al centro della notizia i dipinti delle Stanze Vaticane di Raffaello e di una scoperta che cambierà il modo di osservare l’arte. Il giornalista Alvaro Ranzoni (BBC Londra) domenica 22 luglio farà vedere le opere rinvenute in un’abitazione nel centro storico di Civitavecchia comparandole con quelle presenti in San Pietro.

I dipinti del ‘500 stanno riservando molte sorprese agli esperti di arte raffaellesca e Vittorio Sgarbi ha già avuto modo di vedere in anteprima i dipinti. La fase del restauro è stata condotta dal professore Ulderico Santamaria, docente di Scienze e tecnologia dei materiali del Dipartimento Scienze Beni Culturali dell’Università di Viterbo, per circa sei mesi in gran silenzio e ha coinvolto una decina di giovani restauratori. Questi hanno liberato da strati di carte da parati e antiche tinteggiature le quattro pareti del locale dove sono riprodotte a tempera le scene della Stanza di Eliodoro, dipinta in Vaticano da Raffaello negli anni tra il 1511 e il 1514.

Quello che sta emergendo promette di suscitare grande interesse perché, secondo il prof. Santamaria, “forse non di una copia si tratta, ma di una replica, contemporanea all’originale. La risposta l’avremo quando saranno conclusi tutti gli esami di laboratorio sui pigmenti di vernice e sulla tecnica di esecuzione dell’opera, che comunque è di pregevole fattura e ottimamente conservata nelle parti che ci sono pervenute”.

In particolare è stata riportata alla luce tutta la scena della messa di Bolsena, con figure di pregevole fattura, tra cui quelle di altri oranti e quella del sacerdote boemo la cui incredulità sul mistero della presenza del corpo e del sangue di Cristo nell’ostia consacrata fece sgorgare il sangue sull’altare nel 1263, dando origine alla festività del Corpus Domini e gettando le basi per la costruzione della favolosa Cattedrale di Orvieto. Il miracolo si svolge alla presenza di papa Giulio II che assiste alla messa inginocchiato di fronte al celebrante. Il ritratto del pontefice con il volto incorniciato da una folta barba bianca presenta molte differenze nella replica di Civitavecchia rispetto all’originale in Vaticano. Come altre differenze riguardano il colore degli abiti di alcuni personaggi e la stessa disposizione delle scene, due delle quali, quella di Attila e quella di Eliodoro, risultano addirittura invertite rispetto alla posizione che occupano in Vaticano. Si incomincia a capire perché il prof. Santamaria preferisca non usare il termine di “copia” per quest’opera. Quale copista metterebbe una scena al posto di un’altra rispetto all’originale, o muterebbe in verde il giallo di  una veste femminile o farebbe rossa la camicia gialla di un altro personaggio, pur mantenendo identici i colori della maggior parte delle figure?

Ma se non è una copia, che cosa è la stanza di Eliodoro scoperta a Civitavecchia nella casa di un carabiniere? E per quale motivo questa “replica” comunque complessa ed elaborata fu eseguita in una torre e subito cancellata con una scialbatura che i giovani restauratori stanno pazientemente rimuovendo? C’entra qualcosa la ripetuta presenza di Giulio II della Rovere a Civitavecchia negli anni tra il 1508 e il 1513, mentre si costruiva a duecento metri di distanza la fortezza del Bramante (zio di Raffaello)  a protezione del porto sul quale si affacciava anche la sua residenza estiva?

Potrebbe trattarsi di una  specie di prova definitiva da mostrare al papa per l’approvazione definitiva?  Certo è che la scoperta metterà a soqquadro il mondo dell’arte e Barga è scenario unico dove presentare la scoperta.

Comunicato di Avatar di GiornalistaGiornalista | Pubblicato Mercoledì, 11-Lug-2012 | Categoria: Arte-Cultura
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