Certificati Bianchi, focus sulla scheda standardizzata 40E
Con l'approvazione del nuovo Decreto sui Certificati Bianchi, che rinnovava il meccanismo dei TEE fissandone nuovi obiettivi nazionali, si è cercato di creare nuove opportunità di sviluppo rinnovamento tecnologico ed incentivazione, standardizzando gli interventi per molteplici settori, ma così non è stato.Per rendere più comprensibile la questione, si può prendere come esempio la nuova scheda standardizzata 40E per l'installazione di una caldaia a biomassa nel settore della serricoltura , una scheda tanto attesa, quanto studiata, analizzata ed altrettanto sfortunata.La scheda standardizzata 40E è basata su un calcolo che tiene conto di due aspetti , i mq di serra al suolo e la tipologia di copertura della serra stessa.Il meccanismo di incentivazione prevede come coperture delle serre solo tre tipologie di strutture, il che rende il campione molto distante da quello reale.Questo si traduce in un erogazione dell'incentivo quasi sempre maggiorato rispetto ai reali consumi di combustibile, ed è qui che la scheda perde credibilità.Tale incentivo resta sempre anelato e mai raggiunto perché chi di dovere è attento (per fortuna) a verificare le strutture di isolamento delle serre e quando queste presentano caratteristiche distanti da quelle del campione della scheda provvedono a richiedere (per il piacere di tutti i contribuenti) la presentazione del progetto mediante metodologia a consuntivo (utilizzando un contacalorie).Tale richiesta porta l'incentivo a ridursi spesso della metà ed in alcuni casi addirittura di due terzi, riferendosi agli effettivi volumi di calore prodotto e misurato .La scheda 40E è una grande opportunità per accorciare i tempi per l'ottenimento dei Certificati Bianchi, ma potrebbe trasformarsi in una trappola e portare ad un grande inganno se venisse utilizzata con poca attenzione o troppa leggerezza (per i contribuenti, per i serricoltori e per le ESCo).
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