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Incontriamo l'artista Andrea Bonaventura approfondimenti

Abbiamo incontrato Andrea Bonaventura nel suo laboratorio galleria ARTE 21 a Roma, in via dei Cappellari, a due passi da Campo de Fiori. Appena entrati nel laboratorio siamo rimasi incantati dall'esplosione del colore e dal fascino di una disciplina artistica che conoscevamo poco, l'arte digitale. Bonaventura è uno dei primi artisti in Italia ad aver approfondito percorsi di ricerca in questo campo. Le sue prime opere realizzate al computer risalgono agli inizi degli anni Novanta, quando ancora avere un windows 486 voleva dire essere tecnologicamente all'avanguardia.

Quello che però si nota subito nei quadri appesi alle pareti è il legame stretto con tutta l'arte del Novecento e i rimandi e le citazioni continue a tutti i principali movimenti artistici dell'avanguardia storica dell'arte. Si vede subito che dietro queste opere create rielaborando fotografie al computer non c'è solo un giocare con i filtri di photoshop, ma c'è la mano di un artista che prima di usare il computer ha usato i pennelli e ha affrontato i problemi che l'arte visiva ha posto agli artisti del Novecento. “Se non hai niente da dire, computer o pennello pari sono” ci dice Bonaventura mentre ci mostra l'ultimo suo ritratto, una grande stampa montata su un pannello di legno. E' un quadro fatto lavorando su una fototessera, scansionata direttamente da un passaporto.

“Era una turista che voleva farsi un ritratto” ci racconta Bonaventura “e aveva solo il passaporto per darmi una sua foto, ma non voleva ripartire senza il ritratto. Ho lavorato a tempo di record, e abbiamo fatto in tempo ad il quadro finito e stampato nel giro di una settimana, appena in tempo per non dover perdere l'aereo. Prima di partire mi sono fatto firmare però una liberatoria per poter continuare a venderlo, e infatti eccolo qua”.

Il quadro è strutturalmente e cromaticamente ben equilibrato, guardandolo non si capisce se sia una foto o un dipinto, e infatti non è nessuna delle due cose, è un ritratto d'arte digitale. Una volta elaborato digitalmente il file della foto, appena la creazione del ritratto è finita, il file viene stampato con tecniche digitali su un supporto a scelta: carta, alluminio, tela pittorica, plexiglass. “Ogni tipo di stampa, “ ci dice Bonaventura “può valorizzare in maniera diversa immagini diverse.

In questo ritratto il volto è stato portato a un contrasto estremo per tirarne fuori i tratti essenziali, poi ho lavorato su layers diversi per costruire la trama e il colore”. Il risultato è sorprendente, è un quadro moderno che racconta una sua storia mostrandoci questo volto di donna che guarda dritta verso lo spettatore e i cui tratti sono di un nero intenso immerso nel giallo arancio e nel viola.

Se pensiamo che quella era una delle orrende fototessera che portiamo sui documenti ci sembra impossibile, eppure è così. La persona ritratta è perfettamente riconoscibile, ma dal quadro ne esce con una luce nuova. Quando chiediamo a Bonaventura qualcosa sui soggetti che ritrae, ci risponde che i suoi ritratti non sono ritratti alle persone, ma ritratti alle foto delle persone. E su questa risposta stiamo ancora riflettendo.

Comunicato di Avatar di mimmo16mimmo16 | Pubblicato Giovedì, 02-Mar-2017 | Categoria: Arte-Cultura
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