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Nuove speranze per i malati di Chron approfondimenti

Il morbo di Crohn è una patologia infiammatoria cronica che interessa l'apparato digerente, in genere la parte  terminale dell'intestino tenue, il colon detto anche intestino crasso e la regione anale. Talvolta il processo patologico interessa anche lo stomaco, il duodeno, il digiuno, l'appendice vermiforme, il cieco, il colon ascendente e la vescica. L’infiammazione spesso si associa a disturbi auto-immunitari a livello sistemico, come ulcere orali e artriti reumatiche. E’ una patologia in aumento che colpisce in Italia circa 100 mila persone e ben 2 milioni di persone negli Stati Uniti. Le causeLe cause, ad oggi, risultano ancora sconosciute. In particolare si ritiene che la malattia sia legata ad un difetto nel riassorbimento di materiale lipidico (i grassi), che determina una reazione delle strutture linfatiche della parete intestinale.La malattia colpisce soprattutto persone di età compresa tra 27 e 50 anni e di entrambi i sessi. La maggior frequenza in alcuni gruppi etnici (come gli ebrei ashkenaziti) e in alcuni soggetti legati da vincoli familiari ha fatto ipotizzare, senza che vi sia ancora una comprovata certezza, che esista una predisposizione genetica, collegata soprattutto all'antigene HLA. Ai fattori ereditari se ne potrebbero associare anche altri di natura ambientale. In genere il morbo di Chron è una patologia cronica che non presenta una tendenza al miglioramento, ma si connota per l’alternanza di periodi con manifestazioni infiammatorie di gravità variabile con altri di remissione, talvolta prolungati.  I sintomi  o        dolori crampiformi ai quadranti addominali inferiorio        diarreao        febbricola o        calo ponderale.Quando la malattia interessa l’ileo, la diarrea è di moderata gravità; se interessa il colon l’incontinenza fecale, il tenesmo e le rettorragie sono piuttosto frequenti. Il dolore tende ad essere costante. Compaiono talvolta episodi di occlusione o subocclusione intestinale. I pazienti con interessamento dello stomaco o del duodeno lamentano dolore epigastrico che può essere indicativo di ulcera perforata. La diagnosiE’ difficile diagnosticare il Chron, soprattutto perché alcuni sintomi possono manifestarsi anche in altre patologie. Il morbo di Crohn non presenta elementi clinici, biologici, radiologici, endoscopici o anche istologici specifici. Ognuna delle anomalie cliniche o paracliniche sono presenti anche in altre malattie intestinali. Inoltre, il Chron ha una grande varietà di espressione e questo rende impossibile definire un test diagnostico specifico. Nella diagnosi, in genere i medici utilizzano una lista di criteri: se vi è la presenza, in contemporanea, in un soggetto di un numero elevato di elementi, allora la diagnosi può dirsi certa. In caso contrario, tenderà ad essere probabile. La lista di criteri non sempre è sufficiente per confermare o escludere la diagnosi del Crohn, anche perché, soprattutto negli stadi iniziali, i sintomi sono banali e transitori, tanto che spesso si giunge ad una vera e propria diagnosi a 2 anni circa dalla comparsa dei primi sintomi.  Le terapieo        ALIMENTAZIONE – ai pazienti che soffrono del morbo di Chron si consiglia di seguire una dieta alimentare ricca di calorie e vitamine, eliminando cibi irritanti come grassi e latte.o        FARMACI -Non esiste una terapia farmacologica in grado di curare in modo definitivo il Chron. Le terapie attualmente utilizzate permettono di controllare i sintomi, indurre la remissione nelle fasi di attività e cercano di far mantenere la remissione il più a lungo possibile. I farmaci comunemente prescritti dal gastroenterologo, di comune accordo con il medico curante, nel trattamento di questa patologia da soli o in combinazione, sono in genere Aminosalicilati, Antibiotici, Corticosteroidi, Immunosoppressori, Biologici approvati e Biologici in corso di sperimentazione.o        CHIRURGIA – il ricorso all’intervento si rende necessario quando vi è un'occlusione o una perforazione intestinale. La terapia chirurgica non porta ad una guarigione definitiva, ma in alcuni casi è l’unica che possa evitare gravi complicazioni (stenosi, fistole, ascessi, perforazioni). Si stima che i pazienti con malattia di Crohn abbiamo una probabilità di intervento chirurgico a 10 anni dell'80%. Dopo 10 anni il 20-30 % subisce il 2° intervento chirurgico Le ultime scoperte“La variazione di un gene renderebbe più vulnerabili rispetto al morbo di Chron” Questa la recente scoperta di un’equipe di medici e ricercatori canadesi del Research Institute del McGill University Health Center e del McGill University and Menome Quebec Innovation Center. I risultati delle loro osservazioni sono stati pubblicati sulla rivista scientifica "Nature Genetics", ricordando che in Nord America ci sono fra 400 e 600 mila i malati. La proteina individuata dagli scienziati canadesi come 'chiave' della patogenesi, chiamata NLRP3 o criopirina, è un sensore di batteri intracellulari che gioca un ruolo di primo piano nella messa in moto della risposta immunitaria da parte dell'organismo. Secondo gli studiosi, in alcuni pazienti questo gene è difettoso e non riconosce a dovere la presenza di microrganismi dannosi a livello dell'intestino. Questo aprirebbe le porte al morbo di Crohn. "Quando il sistema di difesa del tratto digestivo è insufficiente - spiega Alexandra Villani, che ha guidato l'indagine - c'è un'infiltrazione di batteri nelle pareti intestinali. Normalmente l'organismo tenta di ripetere l'attacco, ma questo sforzo non è sufficiente e porta peraltro a un circolo vizioso di infiammazione cronica, cioè al morbo di Crohn".

Il gene individuato regola inoltre la febbre, uno dei primi meccanismi di difesa del corpo contro i batteri, "dunque variazioni genetiche a livello del NLRP3 causano anche la sindrome ereditaria di febbre periodica”.

Comunicato di Avatar di farmanfarman | Pubblicato Giovedì, 19-Feb-2009 | Categoria: Benessere
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