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Giudicatori del nostro tempo: etichettatori superficiali

Comincio a credere nello scenario critico secondo il quale i giudicatori della nostra società contemporanea sono uomini confusi e al tempo stesso impreparati. Per i più, il male del Paese è conseguenza dell’ ignoranza. ‘ Ignoranza ’ è oggi uno dei vocaboli più martoriati, altresì deragliato dal suo binario di riferimento, in quanto si vuole negligentemente che significhi: non conoscenza, posizione precaria della cultura, o, pressoché, mediocre. Vi sono poi coloro che sanno – citando un’ espressione meramente tonta di Grillo – che il Paese è inopinabilmente come una balena spiaggiata che boccheggia, ma non sanno cos’ è il mare e nemmeno dove e come salvare la balena boccheggiante. Si conosce, quindi, esclusivamente quella che i più definiscono ‘ ignoranza ’ ( ignoranza = non avere cultura; conoscere poco; sapere male ) che produce corruzione economica, politica, sociale, ma non si conosce il vero significato di ciò a cui si fa seriamente riferimento, e neppure cosa riguarda il male a cui si fa erroneamente la medesima indicazione. Sigmund Freud asserì che è impossibile conoscere gli uomini senza conoscere la forza delle parole, e da qui edifico la base della mia critica: l’ incapacità comunicativa. Il nostro cervello sviluppa pensieri in base alle parole che conosciamo. La neuroscienza afferma che non possiamo spiccare voli filosofici se possediamo un corredo lessicale angusto. Considerando un esempio più vicino, basti ammirare i giovani intervistati al termine della maturità e notare come in loro predomini la difficoltà linguistico-esplicativa; con ‘ bello ’ o ‘ brutto ’ i ragazzi credono di chiarificare un pensiero. La questione fondamentale di non riuscire ad esporre forti, valide, critiche proprie, non dipende soltanto dalla pigrizia, ma dalla tristissima limitatezza di fonti. Da un’ altra veduta vi sono le persone che pensano con criterio, che mettono in discussione la scienza e i documenti ufficiali, che imperterriti scelgono come metodo di conoscenza il ‘ dubbio metodico cartesiano ’ , ottenendo così un risultato se non incontrovertibile, quantomeno più fedele alla realtà del fatti. Queste differenze sono inoppugnabilmente incongruenti, non conciliabili ed attuali: scissioni su scissioni, divergenze su divergenze, punti di vista su punti di vista, ci stanno portando verso una divisione oscura durante il corso della quale si scioglie la democrazia, il concetto di ‘ unione ’ , di ‘ popolo ’ , di ‘ fratellanza ’ , di ‘ rivoluzione intelligente ’ . È oramai da “ filastrocchieri ” ribadire la questione della distrazione di massa voluta dai poteri forti, manovrata dai media e dalla programmazione neuro-linguistica apposita, sembrerebbe così stupidamente una giustificazione al fatto di non potersi redimere, dati il condizionamento e la suggestione psicologici attuali, che si ignora l’ aspetto principe: ci schiavizziamo da noi stessi prima ancora che ricevere – tutto consapevolmente – il colpo di grazia istituzionale. 

Comunicato di Avatar di MentecattoMentecatto | Pubblicato Lunedì, 02-Giu-2014 | Categoria: Comunicazione
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