MAESTRI DEL ‘900 A “GIORNI D’ARTE”
Carrara, 09 aprile 2011
Nell’ambito di Giorni d’Arte, la fiera d’arte moderna e contemporanea in corso a Carrara da sabato 9 fino a domenica 17 aprile, accanto alle numerose gallerie provenienti da tutta Italia e anche dall'estero, vengono proposti numerosi eventi collaterali dai notevoli contenuti.
Tra questi, meritano una citazione particolare due importanti retrospettive di maestri italiani del ‘900; due grandi mostre che, attraverso una selezione di opere, scrivono una pagina di quella che è stata la storia della pittura nel secolo da poco trascorso.
Sarà quindi possibile conoscere l’opera di Walter Lazzaro e di Alberto Pistoresi, attraverso una scelta di quadri realizzati da questi artisti nell’arco di mezzo secolo.
Walter Lazzaro ha avuto come artista forti legami con la terra apuo-versiliese, poiché fu Accademico a Carrara e svolse parte della sua attività pittorica a Forte dei Marmi.
“D’infinito azzurro”, questo il titolo di un excursus sulla sua pittura dagli anni ’30 agli anni ’80 del ‘900, presenta opere in cui non è protagonista tanto la valenza cromatica quanto piuttosto il senso dello spazio, l’equilibrio nella composizione di ogni opera, supportata sempre, nel senso più classico del termine, da una rigorosa scansione geometrica.
Mentre le opere degli anni ’30 mostrano un Lazzaro più dedito al disegno e al particolare, quelle degli anni ’50 e successivi rivelano un’inclinazione alla sintesi: un solo elemento immerso in una spazialità che sembra essere senza confini in un silenzio poetico e al tempo loquace ed emozionante. Un cambio di registro pittorico che ha avuto il suo preludio nel mutamento dell’uomo Lazzaro dopo la riscoperta gioia di vivere seguita alla detenzione nel campo di concentramento di Biala Podlaska. Ecco quindi lo spazio come simbolo della ritrovata libertà, infinito come sinonimo di trascendente, sintesi come rinnovato senso della vita: riflessioni che rendono Lazzaro artista di grande attualità.
Walter Lazzaro nasce a Roma il 5 dicembre 1914. Figlio e nipote di artisti affermati, frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Roma. A soli 18 anni, nel 1932 tiene la sua prima personale a Roma, nelle sale del palazzo Torlonia, presentando ben 114 opere di tendenza figurativa. Nel 1943, tenente dei Granatieri, viene fatto prigioniero in Albania e deportato nel lager di Biala Podlaska, da dove rientrerà, completamente cambiato come uomo e artista, alla fine del conflitto.
Riprende lentamente l’attività artistica e l’insegnamento, già iniziato nel 1935. E’ docente a Roma, Carrara, Bologna e Novara, concludendo la sua carriera didattica all’Accademia di Brera, negli anni ‘80. La sua attività pittorica prosegue a Milano e Forte dei Marmi, dove muore per i postumi di un incidente stradale, il 3 marzo 1989.
Alberto Pistoresi nasce ad Altopascio (LU) il 29 luglio 1929. Gli anni della giovinezza sono scanditi da un lungo girovagare all’estero, dove matura esperienze che gli sono particolarmente care. Durante questi viaggi disegna tutto ciò che lo emoziona, giovandosi di una varietà quasi infinita di temi e di popoli dei paesi da lui visitati.
Dopo questi anni vagabondi approda ancora giovane a Firenze. Di particolare importanza per la sua formazione sono i contatti con il Maestro Pietro Annigoni, del quale è allievo per tre anni a dal quale riceve incitamenti a perseverare nel difficile cammino artistico intrapreso. Questi contatti avranno una grande influenza su Alberto Pistoresi, anche se si allontanerà dalla pittura figurativa annigoniana, sviluppando una propria personalissima e moderna figurativa e paesaggistica.
Completerà la sua formazione frequentando per cinque anni l’Accademia di Belle Arti, sotto la guida del professor Emanuele Cavalli.
Su di lui hanno scritto Piero Bargellini, Giorgio La Pira, Silvio Polloni, Pietro Annigoni, Umberto Baldini, Armando Nocentini, Gastone Breddo, Piero Castellucci, Tommaso Paloscia e molti altri.
Dal 1966 al 2003 tiene oltre 40 personali in varie città del mondo: Firenze, Montecatini, Verona, Vicenza, Milano, Cortina d’Ampezzo, Buenos Aires, New York, Ulm, Lione, Stoccarda, Monaco e Amburgo. Dopo la morte della moglie, avvenuta nel 1995, lavora molto poco. Muore a Firenze il 22 maggio 2006.
La mostra retrospettiva in corso a Marina di Carrara (MS) è stata curata direttamente dalla famiglia dell’artista.
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