Italian global food
Finalmente! A partire dal 15 agosto scorso, la nuova legge sullo sviluppo economico stabilisce che non potranno fregiarsi del marchio “Made in Italy” quei prodotti realizzati anche solo in minima parte all'estero.
Tanto vale anche per i prodotti alimentari italiani tanto amati in tutto il globo da essere oggetto di imitazioni con nomi improbabili: il “parmigianino”, la “mozzarina”, il “pardano” solo per citarne alcuni.
È evidente (e forse un po' ci lusinga!) che il prodotto diventa oggetto di imitazione quando è ambito, desiderato e quindi tutti lo vorrebbero. Esattamente ciò che accade per i prodotti alimentari nostrani, complice ne è anche la riscoperta della dieta mediterranea alla quale sono riconosciute proprietà benefiche per la salute in virtù della varietà, completezza e qualità. Se si entra nello specifico della cucina italiana salta all'occhio la varietà di modi con cui i nostri cibi vengono preparati da regione a regione, a volte anche da paese a paese nell'ambito della stessa regione! Vantiamo secoli di esperienza e sperimentazione in tutti i settori dell'arte culinaria, ne abbiamo fatto la nostra competenza distintiva in tutto il mondo, pertanto è giusto difenderla e divulgarla nel modo giusto.
In qualità di azienda che ha contatti commerciali con l’estero, siamo a favore della globalizzazione ma intesa come rispetto e scoperta delle diversità. È giusto che l'olio di oliva giunga sulle tavole di tutti coloro che ne apprezzino il gusto e le qualità benefiche, ma ancor più giusto è che sia di origine controllata e di provenienza certa altrimenti potremmo essere davvero certi dei benefici tanto decantati?
Anche in Italia, finalmente, possiamo assaggiare cibi e cucine tipiche di paesi stranieri, ma non cerchiamo di imitarli su larga scala. Al massimo qualche piccolo ristorante cerca di spacciare un “sushi” nostrano, ma in fin dei conti dalle nostre parti in Puglia (specie nel barese) il pesce crudo è di casa!
D'altro canto, però, ci domandiamo come mai si è giunti all'imitazione di prodotti alimentari? Se prendiamo ad esempio il caso di abbigliamento ed accessori moda di grandi firme, altro settore altamente contraffatto, si può ipotizzare che la causa sia l'alto costo degli stessi che quindi non li rende accessibili a tutti. Le ragioni sono diverse e a mio avviso in alcuni casi anche giustificati. Ma se parliamo di prodotti alimentari di largo consumo ( e quindi non parlo di prodotti tipo l'aceto balsamico di Modena invecchiato in botti di rovere a produzione limitata) probabilmente arriva sulle tavole dei consumatori stranieri a prezzi non proprio contenuti. Forse limitando i costi di produzione e magari abbassando i dazi doganali laddove presenti, possa essere un incentivo ad acquistare prodotti tipici originali e diminuire il rischio di imitazioni o addirittura contraffazione degli stessi.
Sono ipotesi superficiali che però possono farci riflettere. Inoltre vorremmo ricordare che la maggior parte dei produttori italiani conduce imprese di piccole dimensioni che, come la nostra, operano, sul mercato interno e non, in assoluta solitudine.
Agli stranieri diciamo: venite a trovarci nella bella nostra Italia e, se potete, degustate i nostri prodotti in loco. Grazie.Reazioni:
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