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Consulenza e servizi professionali: la chiave del successo È l’inglese

I trend positivi della consulenza e dei servizi professionali in Italia mostrano un settore più competitivo rispetto agli scorsi anni, dove il must have per crescere anche a livello internazionale  è la lingua inglese.

Milano, 08 febbraio 2017, EF Corporate Solutions presenta i dati dell’EF EPI-c, unico indice, a livello mondiale, relativo alla competenza linguistica delle aziende, secondo cui i dipendenti nell’ambito della consulenza e dei servizi professionali presentano un livello di conoscenza della lingua inglese B1 con un punteggio di 59,97/100, il più alto tra tutti i settori presi in esame.

Cristina Sarnacchiaro, Country Manager Italy di EF Corporate Solutions, commenta:

“Secondo i dati riportati dal settimo rapporto pubblicato da Assoconsult, è dal 2014 che il mercato della consulenza in Italia è in costante crescita: il fatturato è aumentato notevolmente rispetto al periodo pre-crisi, con un +6,9 % nel 2015 e un 7 % nel 2016, trend che lasciano sperare in un ulteriore miglioramento per il 2017. In tal senso, per garantire una sempre maggior competitività delle aziende di consulenza italiane a livello internazionale, è necessario continuare ad investire in formazione linguistica. Infatti, il mercato impone l’inglese come lingua franca e pertanto occorre che dirigenti e dipendenti ne abbiano un’ottima padronanza, raggiungendo il livello C1.”


In ogni caso, secondo l’EF EPI-c, che va ad approfondire in modo mirato i diversi reparti  delle società di consulenza, è possibile rilevare un dato positivo: tutte le figure professionali in questo settore presentano un livello omogeneo di conoscenza della lingua, con un punteggio medio per i  project manager di 61/100 – a due punti dal raggiungimento del livello B2 - , mentre i responsabili finance totalizzano un punteggio leggermente più basso (59/100). In coda alla classifica troviamo i reparti  IT, contabilità ed amministrazione che registrano una competenza più moderata dell’inglese, rispettivamente 56, 53 e 52/100.  


Cristina Sarnacchiaro conclude: “Le piccole e medie società stanno aumentando in maniera importante la loro attività all’estero. Alla luce di questa tendenza, conoscere l’inglese ha  sempre più valore e potrebbe tradursi, per coloro che sono alla ricerca di un impiego, in migliori opportunità sia dal punto di vista della crescita professionale che della retribuzione.”

LA RICERCA

Lo studio è stato condotto testando un panel, più ampio rispetto all’edizione precedente del 2014, costituito da 510.000 persone testate, appartenenti a 2.078 Aziende. Il report differenzia i risultati relativi al livello di inglese dei partecipanti non solo in base al Paese di provenienza ma anche all’Industry di appartenenza: sono, infatti, 16 i settori su cui è stata condotta l’indagine. I professionisti coinvolti, al momento del test, non erano iscritti ad alcun corso di inglese e i risultati della prova sono stati utilizzati esclusivamente al fine della redazione dell’Indice EF EPI-c. I dati ottenuti sono stati tradotti in un punteggio (punteggio EPI-c) indice del livello di conoscenza linguistica, che va da 0 a 100 e denota, secondo il Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (CEFR) i seguenti livelli: A1 (punteggio EPI-c 0-33), A2 (punteggio EPI-c 34-48), B1 (punteggio EPI-c 49-62), B2 (63-78), C1 (punteggio EPI-c 79-93) o C2 (punteggio EPI-c 94-100).

 

Comunicato di Avatar di LbdiLbdi | Pubblicato Mercoledì, 22-Mar-2017 | Categoria: Lavoro
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