Fondi comunitari: più liquidità e più flessibilità per fronteggiare la crisi
Mentre cresce la paura per gli effetti della crisi internazionale, sale l’interesse delle imprese per i fondi comunitari della programmazione 2007-2013. Proprio per la complessità del periodo che stiamo attraversando, la messa in campo e, soprattutto, la corretta gestione dei fondi comunitari è ritenuta una leva strategica per rilanciare l’economia e ridare fiducia alle imprese.
Istituiti originariamente per creare coesione interna all’Unione Europea, I fondi comunitari sono stanziati in favore di quelle regioni, province e comuni che si trovano in zone svantaggiate degli Stati Membri dell’UE.
Fino a qualche anno fa, erano stanziate ma spesso venivano utilizzate solo in parte. Negli ultimi anni, invece, la loro importanza è cresciuta a tal punto da essere ritenuti un fattore fondamentale per la crescita e lo sviluppo dell’economia europea.
I principali fondi strutturali attualmente sono:- FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) – finanzia programmi in materia di sviluppo regionale, cambiamento economico, potenziamento della competitività e cooperazione territoriale. Hanno priorità nel finanziamento: ricerca, innovazione, tutela ambientale ed infrastrutture.
- FSE (Fondo Sociale Europeo) - promuove lo sviluppo delle risorse umane e l’inserimento professionale dei disoccupati e delle categorie sociali più deboli, finanziando soprattutto azioni di formazione.
Per sostenere ed accelerare i tempi della convergenza economica, sociale e territoriale, nel 1994 l’UE ha istituito il Fondo di coesione, che promuove interventi nei settori dell’ambiente e delle reti di trasporto transeuropee nei Paesi con un reddito nazionale lordo (RNL) inferiore al 90% della media comunitaria (attualmente Grecia, Portogallo, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Romania e Bulgaria).
La programmazione dei fondi europei per il periodo il 2007-2013 avvalendosi dei fondi strutturali e di coesione ha come finalità:
- creare posti di lavoro nelle regioni meno sviluppate;
- favorire la competitività delle regioni, sostenendo le autorità ad anticipare e promuovere i mutamenti economici nelle aree industriali, urbane e rurali;
- promuovere lo sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio dell'Unione.
- Convergenza: favorire la convergenza tra le regioni meno sviluppate dell’Ue e quelle ad economia avanzata. Ha un fondo di dotazione di 251,1 miliardi di euro (l’81,5% delle risorse disponibili). Nell’Ue a 27 interessa 84 regioni presenti in 17 Stati membri con una popolazione di 154 milioni di persone, il cui Pil pro capite è inferiore al 75% della media comunitaria. Per le 16 regioni con 16,4 milioni di abitanti il cui Pil che superano soltanto di poco la soglia del 75% della media comunitaria è previsto il procedimento del phasing out, (l’esclusione progressiva in base al graduale miglioramento del livello economico).
- Competitività regionale e occupazione - promuove l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente e lo sviluppo di mercati del lavoro anche nelle regioni non oggetto dell'obiettivo "Convergenza" per evitare l'insorgere di nuovi squilibri. Ha una dotazione di 49,1 miliardi di euro (poco meno del 16% dello stanziamento totale). Nell’UE a 27 possono beneficiarne 168 regioni localizzate in 19 Stati membri, per un totale di 314 milioni di abitanti.
- Cooperazione territoriale europea – intende migliorare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale nei settori che riguardano lo sviluppo urbano, rurale e costiero, lo sviluppo delle relazioni economiche e la messa in rete delle Pmi. Per questo obiettivo sono stati stanziati 7,75 miliardi di euro (2,5% del totale delle risorse disponibili).
L’UE ha fissato le risorse da stanziare per ogni stato membro nel quinquennio 2007-2013. Per l’Italia si tratta di oltre 28 miliardi di euro, l’8,3% del totale delle risorse disponibili.
Per il periodo 2007-2013, la Commissione Europea, anche sulla spinta della crisi che ha investito l’economia mondiale, ha avviato una riforma delle norme che regolamentano la gestione finanziaria delle risorse comunitarie al fine di:
- semplificare le procedure;
- garantire un accesso più facile ai fondi soprattutto alle piccole realtà imprenditoriali;
- garantire anche ai ricercatori singoli l’accesso ai fondi UE per la ricerca;
- rendere più trasparente e responsabile l’utilizzo dei fondi rispetto al passato.
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