La scoperta inaspettata: la caffeina "frena" l'invecchiamento cellulare
La scoperta inaspettata: la caffeina "frena" l'invecchiamento cellulare. Un nuovo studio condotto da ricercatori britannici, con uno scienziato greco come autore principale, ha dimostrato come la caffeina influisca sull'invecchiamento "sfruttando" un antico meccanismo che coinvolge l'energia cellulare
Quella tazza di caffè di cui hai bisogno ogni mattina non ti dà solo l'energia per affrontare la giornata. Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori della Queen Mary University di Londra e del Francis Crick Institute, la caffeina, lo stimolante più popolare al mondo, fornisce anche energia alle cellule, rallentando il processo di invecchiamento a livello cellulare. La caffeina è stata ripetutamente associata a potenziali benefici per la salute, tra cui la riduzione del rischio di malattie legate all'età, ma fino ad ora il modo esatto in cui agisce all'interno delle cellule è rimasto un mistero. Ora un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Microbial Cell e basato su esperimenti sui lieviti da fissione, organismi unicellulari molto simili alle cellule umane, ha dimostrato che la caffeina agisce sull’invecchiamento “sfruttando” un antico sistema energetico cellulare. Qualche anno fa, lo stesso team di ricerca ha scoperto che la caffeina aiuta le cellule a vivere più a lungo influenzando un regolatore della crescita chiamato TOR (Target of Rapamycin). Il TOR è un "interruttore" biologico che "segnala" alle cellule quando crescere in base alla disponibilità di cibo ed energia. Questo "interruttore" controlla la risposta all'energia e allo stress negli organismi viventi da oltre 500 milioni di anni. In questo studio, tuttavia, i ricercatori hanno fatto una scoperta inaspettata: come hanno visto, la caffeina non agisce direttamente su questo "interruttore", ma agisce attivando un altro importante sistema chiamato AMPK, un sistema correlato ai combustibili cellulari e che è evolutivamente conservato sia nel lievito che negli esseri umani. "Quando le cellule sperimentano una mancanza di energia, il sistema AMPK si attiva per aiutarle a reagire", ha spiegato il dott. Charalambos Rallis, autore principale del nuovo studio e professore associato di genetica, genomica e biologia cellulare presso la Queen Mary University, aggiungendo che " i nostri risultati mostrano che la caffeina aiuta a 'innescare' questo interruttore". È interessante notare che l'AMPK è anche il bersaglio della metformina, un comune farmaco antidiabetico che viene studiato per il suo potenziale di prolungare l'aspettativa di vita (studi simili sono in corso per la rapamicina). Utilizzando il fungo, i ricercatori (tra cui anche Despina Stamataki, ricercatrice del Francis Crick Institute di biologia e scienze biologiche) hanno dimostrato che l'azione della caffeina sul sistema AMPK influisce sulla crescita cellulare, ripara il DNA e regola la risposta allo stress, tutti fattori collegati all'invecchiamento e alle malattie della vecchiaia. "Questi risultati forniscono una spiegazione dei benefici della caffeina per la salute e la longevità", ha affermato il Dott. John-Patrick Alao, ricercatore post-dottorato presso la Queen Mary e primo autore del nuovo studio. Ha concluso affermando che "aprono prospettive entusiasmanti per la ricerca futura su come ottenere questi effetti in modo più diretto, ad esempio attraverso la dieta, lo stile di vita o nuovi farmaci". In ogni caso, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la prossima volta che berrai il tuo caffè, pensa che probabilmente le tue cellule ti staranno... ringraziando!
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