Virus Febbre del Nilo occidentale in rapido aumento nell’ultima settimana
Virus Febbre del Nilo occidentale in rapido aumento nell’ultima settimana. Quest'anno in Italia sono morte 5 persone
Pochissimi ne parlano, ma lo “Sportello dei Diritti” ha continuato a diffondere i dati relativi alla pericolosa diffusione di un virus conosciuto come “Febbre del Nilo occidentale” che anche il Centro Europeo per la Prevenzione e Controllo delle malattie (ECDC) ha tenuto sotto stretto monitoraggio. Secondo le autorità competenti, quest'anno in Italia sono morte 5 persone a causa del virus del Nilo occidentale. In Campania, con capoluogo Napoli, ieri è deceduto un uomo di 80 anni con gravi patologie pregresse. In precedenza era stato riferito che alla fine della scorsa settimana, un uomo di 74 anni affetto da insufficienza renale e infettato dal virus, aveva perso la vita, sempre in un ospedale di Napoli. La scorsa settimana, altre tre persone sono morte a causa di complicazioni causate dal virus, nell'area di Latina (che si trova a 78 chilometri a sud di Roma) e nella città di Novara, vicino a Torino. I medici italiani sottolineano che nella maggior parte dei casi, chi viene infettato dal virus (trasmesso dalle zanzare) rimane asintomatico o supera sintomi simili a quelli dell'influenza, entro pochi giorni, senza bisogno di ricovero ospedaliero. Negli anziani con patologie pregresse e sistema immunitario indebolito, tuttavia, vi è una maggiore probabilità che si verifichino problemi più gravi, a partire da gravi complicazioni a carico del sistema neurologico. Rispetto allo scorso anno, il numero totale di casi finora non ha mostrato un aumento. Ciò che cambia è che la percentuale più alta di casi (finora 28) è stata registrata nella provincia di Latina, dove sono presenti ampie pianure con aree agricole e, fino a un secolo fa, la malaria era particolarmente diffusa. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, poiché gli esperti ritengono che il collegamento fra il ciclo rurale e quello domestico è determinato da alcune zanzare della macchia che potrebbero penetrare negli ambienti domestici infettando il pollame o altri animali d’allevamento e da compagnia, i quali poi potrebbero essere punti da zanzare nella fase della viremia, si raccomanda di evitare, in zone a rischio, il contatto con animali deceduti e di prevenire la proliferazione delle zanzare limitando le superfici umide tra le quali, rende bene l’idea, il classico esempio del sottovaso sempre pieno d’acqua. È evidente, inoltre, che ai primi sintomi, bisogna rivolgersi al proprio medico di famiglia. Si ricorda, a tal proposito che gli indici segnalati sono rappresentati da febbre moderata dopo pochi giorni di incubazione, che dura da tre a sei giorni, accompagnata da malessere generalizzato, anoressia, nausea, mal di testa, dolore oculare, mal di schiena, mialgie (dolori muscolari), tosse, eruzioni cutanee, diarrea, linfadenopatia e difficoltà a respirare. In meno del 15% dei casi, negli anziani e nei soggetti più deboli, possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche quali meningite o encefalite. Non esistono al momento vaccini o trattamenti specifici, vengono di norma usati farmaci per alleviare la sintomatologia tipica della malattia. É, peraltro, importante sottolineare che l'ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ogni settimana pubblica un rapporto informativo sulla febbre del Nilo occidentale che comprende mappe della attuale distribuzione geografica dei casi autoctoni umani nell'UE e nei paesi limitrofi, tra cui un confronto con i dati precedenti, un aggiornamento della situazione e una tabella del numero di casi di paese e zona. Esso è pubblicato sul sito dell’istituzione europea ogni venerdì pomeriggio. L'obiettivo del progetto è quello di informare le autorità competenti responsabili per la sicurezza della salute delle aree nelle quali risulta possibile il contagio del virus del Nilo occidentale agli esseri umani al fine di sostenere la loro attuazione della normativa sulla sicurezza della salute. Secondo la normativa europea sulla sicurezza della salute, gli Stati membri devono avviare misure di controllo per assicurare la sicurezza in caso di casi di febbre del Nilo occidentale. Una sfida importante per l'attuazione del presente regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.
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