Mobbing indennizzabile dall'INAIL come malattia professionale anche senza intento persecutorio
Mobbing indennizzabile dall'INAIL come malattia professionale anche senza intento persecutorio. Inail condannato a erogare le prestazioni anche se la malattia non è tabellata: ai fini della tutela sociale è sufficiente il danno biologico da ansia e depressione per il «clima avvelenato» sul lavoro
Anche il danno da mobbing deve essere indennizzato dall'INAIL anche senza intento persecutorio. da parte del datore e dei colleghi. Ai fini della mera tutela sociale, infatti, è sufficiente la consulenza tecnica d’ufficio che certifica il danno biologico chiave interpretativa permanente da ansia e depressione riportato dal lavoratore a causa del «clima avvelenato» in cui è stato costretto a operare. L’Inail, insomma, va condannato a erogare le sue prestazioni previdenziali per le patologie professionali nonostante il mobbing non sia una malattia tabellata. È quanto emerge da una sentenza pubblicata l’11 giugno 2025 dalla sezione lavoro del tribunale di Reggio Emilia di cui ha scritto il sito Cassazione.net,. Accolta la domanda proposta dalla lavoratrice cui è riconosciuta un’invalidità complessiva del 18 per cento, di cui il 10 si riferisce alla patologia psichica di chiara natura reattiva agli eventi lavorati stressanti e il resto a preesistenze lavorative. Il quadro è chiarissimo: nel grande negozio i due responsabili fanno favoritismi fra le addette alle vendite e farne le spese è la dipendente più debole, con alle spalle un vissuto difficile e l’impegno presente per il genitore disabile. In che cosa consiste il mobbing? La lavoratrice è esclusa dai turni concessi alle colleghe e si vede negare le pause obbligatorie previste dalla legge, i giorni di riposo e perfino i permessi della legge 104/92 per assistere la madre, mentre durante il Covid è costretta a turni consecutivi di otto ore il sabato e la domenica. Di più: è rimproverata come scansafatiche davanti ai colleghi, che la isolano, e accusata di essere una “piantagrane” e quando le cambiano all’improvviso il giorno di riposo. Perfino il tono di voce utilizzato diventa un problema. Sussiste, dunque, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,la prova del nesso causale tra le condotte vessatorie, che risultano sistematiche, e la patologia riportata, che è certificata dalla consulenza medico-legale. Le costrittività organizzative si configurano come fattori di rischio ambientale mentre in base alla sentenza costituzione 179/88 ha esteso la tutela sociale dell’Inail a tutte le malattie di comprovata origine lavorativa, anche non tabellate.
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