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Politica, Comunicazione e Cittadini: un pensiero futuristico per il pragmatismo politico. approfondimenti

L’idea di una nuova “forma” di comunicazione, a fronte della sola “informazione”, che le Amministrazioni e la Politica, da anni, perseguono al fine di non “vincolarsi” ne al dialogo ne al confronto con i Cittadini, pare essere la strada futura che Partiti e Movimenti politici devono, per effetto di richiesta e bisogno sociale, percorrere, se si desidera fare della propria comunità un riflesso di pensieri ed idee costruttive, nonché evolute. La comunicazione, oltre ad essere arte, capacità e scienza è anche una componente essenziale per creare un filo diretto tra la “cosa pubblica” ed i “cittadini”. La “Res-Publica” questo termine così clandestino e spesso ignorato che si aggira furtivo tra le informazioni (e non comunicazione) che la politica e le amministrazioni emanano, con frequenza quasi assordante, verso la comunità sotto forma di totale interesse co-partecipativo, a volte, anzi spesso, risulta essere un informazione contraddittoria e antiproduttiva per chi la professa e la diffonde, imponendo alla sua diffusione, arroganza e prepotenza, quasi a voler a tutti i costi evidenziarne l’autocrata collocazione nella comunità, e quindi ben distante dal suo concetto interpretativo reale. Fino a qualche tempo fa il pensare alla Politica come strumento per migliorare la nostra vita e quindi, il paese in cui si vive, appariva come velleitario, utopico e per i più flessibili, filosofico.
Il vero è, che tutto ciò oggi ci appare più chiaro  poiché una vera “comunicazione” non è mai esistita in politica se non in forma del tutto falsa e tra l’altro non si è mai pensato alla Gente come risorsa primaria per la “fattibilità” della Politica ma sempre e solo come “elettori” nei tempi specifici delle competizioni elettorali, quindi in tali ambiti, l’elettore assorbe il vestigio del passaggio che il “politico” compie verso il “potere”, e li, il Cittadino ti diventa Comunità, Persona, Identità, mentre al di fuori delle competizioni elettorali Essi ritornano nel buio, scarno ruolo di sudditi.
La negatività di tale “convinzione” ancora e fortemente esercitata oggi, ne fanno specie i contesti territoriali, producono implosioni continue sia nelle Identità Politiche che nel significato della Politica stessa; infatti, l’aver convinzione che il Cittadino rappresenti esclusivamente la compagine elettorale fa si di allontanare sempre più le comunità dalla politica, costringendo la società a regredire (per effetto di apatia) sull’ importanza che ha il cittadino nella politica stessa e nella società, nonché costringere economia locale, sviluppo agricolo, turismo e commercio ad implodere, a loro volta, poiché non tutelate dalla “dottrina dialogica” e dal “comunicare politico”. Oggi, la preminenza dell’ incomunicabilità deve lasciare il posto alla priorità assoluta del dialogo, della comunicazione e della centralità del Cittadino nella politica, occorre vincolarsi al naturale rapporto sociale: “Cittadini-Politica” attraverso il colloquiare, comunicare ed evidenziare i bisogni, le esigenze e le aspettative per poi trasformare il tutto in un contesto statutario e comunitario di partecipazione attiva alla vita socio-politica, un bene che ogni comunità deve difendere per effetto ed applicabilità di democrazia, costruendo così intenzioni, volontà e progetti del fare, del costruire, del progredire.
Altrettanto vero è che la “cosa pubblica” intesa come strumento occasionale ha terreno facile nella condivisione di “pochi”, e consapevoli di ciò, c’è chi su queste iniziative sta già lavorando, con responsabilità e determinazione, per far emergere dialogo e comunicazione tra gli “Operatori Politici” e “Cittadini”.
Sono convinto e combattivo sul proposito di costruire insieme a tante persone un disegno pragmatico ed evolutivo sul fronte del dialogo politico, senza paletti di confine, senza partire già convinti che l’uno ha idee diverse da un altro: “se le idee, per quanto diverse e disuguali possano apparire, hanno tutte, indistintamente, capacità di trasferire confronto, informazione e dialogo, allora sarà anche vero che scambiarsele vorrà dire costruire armonicamente ed insieme un futuro migliore”. Il grande progetto del “Pragmatismo Politico” che insieme a centinaia di persone sto condividendo è fondato esclusivamente sul principio dialogico: parlarsi, confrontarsi, costruire, elaborare, formarsi, per accedere alla consapevolezza che ogni singolo “individuo” non solo è parte integrante di una comunità, ma soprattutto è centralità irreversibile di pura esistenza sociale.Le nostre terre sono state da anni saccheggiate in tutto, per lo più nella identità socio-politica di ognuno di noi, riversando su antropologiche utopie, le assurde menzogne che il cittadino vada tutelato in tutte le sue funzioni sociali, culturali ed esistenziali, ma così non è se guardiamo all’archetipo della gestione della cosa pubblica, che per lo più in diverse realtà è diventata “res mea”. Occorre lavorare, quindi, per un grande progetto di “risanamento” del nostro territorio, a partire dalla gestione della cosa pubblica fino alla tutela ambientale, culturale e storica dei nostri paesi; dobbiamo fuggire dall’appartenenza individualistica, e rispettando, in vero, le idee politiche di ognuno, contribuire tutti a tracciare la strada giusta che ci conduca verso obiettivi di assoluta concentrazione sociale: la collettività.
E’ pur vero che la politica territoriale segue, inconsapevolmente, quella nazionale, e di contro, quella nazionale neppure guarda ai territori se non nelle fasi acute di probabili o certe elezioni. Già da qualche anno, per lo più tra Giovani e Donne, esiste una certa riluttanza all’interessarsi alla Politica, sia in contesti territoriali che in quelli più accentrati ed impegnativi, causa la maggiore sensibilità che quest’ultimi hanno a confronto della tenacia dei soliti noti personaggi politici i quali seppur certi di essere indicati come “guru delle instabilità dialettali politiche”, continuano, indisturbati a conquistare terreno, facendo diventare la polis una lobby, e ciò è incredibilmente antisociale, antidemocratico, antipolitico. Promesse, ambizioni, velleità, personalismi, sono soventi ristagnare nelle più classiche metamorfosi che soggetti e dottrine politiche vedono susseguirsi con una facilità impressionante. Più volte e in più anni è stato ricorrente ascoltare da diversi mittenti la parola “basta” ma ciò conta poco se al di là delle ipocrisie soggiogano le astuzie che seppur messe in campo con classica vestigia puritana è di gran lunga ben individuabile la sua falsità e negazione di intenti. Il fermarsi all’ “ora basta” di certo non è sufficiente, occorre individuare “nuovi soggetti” da avviare alle attività politiche, soggetti nuovi, leali, senza interessi e per lo più individuarli tra i Giovani. E’ addivenendo su tale pensiero che ritengo sia importante “ora” accentrarsi su una scelta fondamentale ed importante per il futuro non solo politico, del territorio, ma anche e soprattutto sociale per quei Giovani che tanto hanno da dare alla comunità ma che quest’ultima, attraverso il circolo vizioso dell’Approssimativismo e del Superficialismo di una Politica blindata, nulla offre per far si che il “futuro naturale” – quale presto individuato proprio nei Giovani – sia tutelato, aiutato e lasciato evolversi attraverso il Nuovo Pensiero del fare: “la concretezza Politica”. La quale attraverso i concetti epistemologici delle Scienze Politiche si addentri fino a superare le barriere filosofiche, seppur utili, di una metodologia di pensiero politico ormai non più idoneo a manifestare efficacia e fattibilità di un’attività politica che sia propria dell’espressione “polis” e non concentrata, né vero, sull’espressione: politica = riluttanza. Un percorso che vuole darsi forma attraverso la Comunicazione e il Dialogo e non sulla sola Informazione, sulla Formazione e non sulle Indicazioni, sulla Fattibilità e non sull’Approssimativismo Opportunistico.Operatori Politici che siano espressione omogenea degli Individui costruttori e parti integranti della comunità territoriale.

Sulla base di domande costruttive, ovvero, quali indicatori e in che modo la Comunicazione e la Politica devono incontrarsi; in che modo e quali contributi può offrire la Comunicazione alla Politica e viceversa ed infine sulla base di quale criterio e quali studi, creare, formare, manifestare ed applicare il Pragmatismo in Politica, vuole e deve muoversi il nuovo principio e metodo di “fare e far fare politica”.  Se c’è un idea che ci risulta facile esternare è senza dubbio questa: “la politica, quella vera, nessuno la fa…” è un  po’ come dire che in questo nostro mondo tutto è imperfetto tranne me stesso…. ma occorre su tale concetto (seppur ben nascosto per lo più da dialettiche molto individualistiche) affermare il vero concetto socio-politico, il quale è proprio dell’uomo individuo in qualsiasi società egli vive:

“come posso pensare che questo nostro mondo sia perfetto, quando l’imperfezione parte da me stesso..?”

 

Glicerio Taurisano

www.gliceriotaurisano.it

Comunicato di Avatar di conferenceconference | Pubblicato Sabato, 19-Mar-2011 | Categoria: Arte-Cultura
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